Alla conquista della vetta per salvare vite umane.

Con il suo equipaggiamento speciale, Unimog raggiunge la cima del vulcano attivo più alto del mondo.

13 dicembre 2019: è finalmente arrivato il momento. Con un Unimog U 5023, modificato grazie a un sofisticato know-how, la spedizione capitanata da Daniel Müller, di Gaggenau, ha raggiunto il vulcano Ojos del Salado in Cile ad un’altitudine di 6.694 m, stabilendo così non solo il nuovo record mondiale di altitudine per veicoli su ruote, ma salvando nel contempo anche una vita umana.

Preparazione meticolosa.

La prima volta che ci è venuta questa idea è stato circa un anno prima, racconta Daniel Müller, responsabile dell’officina dell’Unimog Museum di Gaggenau. Oltre a stabilire il record mondiale di altitudine su un veicolo su ruote, il nostro obiettivo era anche di installare cinque unità radio di emergenza per alpinisti. Per quest’ambiziosa spedizione è stato necessario preparare sia l’uomo che la tecnica in modo estremamente meticoloso. Infatti, chi desidera conquistare la vetta più alta del Cile deve attraversare rocce vulcaniche scivolose e appuntite, pendii con sabbia fine e ghiacciai.

Repetita iuvant.

E per avere la meglio su questo ambiente ostile occorre un veicolo potente. Già nel 2014, Matthias Jeschke, responsabile della spedizione e titolare della ditta Extrem Events, cercò di stabilire il record di altitudine per veicoli su ruote con un Mercedes-Benz Zetros. Raggiunse l’incredibile altezza di 6.675 m, stabilendo un vero e proprio record per quell’autocarro con motore diesel.Ma questa volta volevamo arrivare ancora più in alto. Ed ecco perché abbiamo scelto Unimog. Ben due veicoli avrebbero dovuto cimentarsi subito con una sfida di tale portata.

Un U 5023 modificato contro la seconda vetta più alta del Sudamerica.

La scelta è ricaduta sull’Unimog U 5023 predisposto di primo equipaggiamento per fuoristrada. Questa variante della serie 437.4 è stata concepita specificamente per le difficili condizioni di marcia in fuoristrada. Tuttavia il veicolo è stato sottoposto a una modifica per poter resistere alle condizioni estreme della montagna.

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Pneumatici speciali della ditta ALLIANCE.

L’U 5023 è stato infatti equipaggiato dalla ditta AS Söder di Wildflecken con una sovrastruttura speciale per bilanciamento del baricentro variabile nonché con un robusto verricello. Affinché il veicolo riuscisse a farsi strada anche attraverso formazioni rocciose estremamente grossolane, occorrevano pneumatici più grandi. La ditta ALLIANCE ha realizzato a mano uno pneumatico in grado di sopportare resistenze e temperature comprese tra -30 e +40 °C.

La catena – un prototipo realizzato a mano.

Insieme agli ingegneri dello stabilimento Unimog di Wörth, Daniel Müller si è occupato delle ulteriori operazioni. Sono state modificate le luci di posizione posteriori e i serbatoi dell’aria compressa, ma anche il serbatoio del carburante è stato spostato leggermente per poter consentire a questo veicolo da record di avanzare anche con grandi catene. «Di notte la sabbia gela e di giorno il sole picchia sulla dorsale montuosa. Ecco perché ci occorrevano artigli di grosse dimensioni che potessero scavare nella sabbia disgelata e forare il terreno congelato», continua il responsabile dell’officina.

Andreas Stahlhofer, ingegnere provetto e compagno di tenda di Daniel Müller durante la spedizione, ha costruito la catena da solo, l’ha saldata nel proprio garage lavorando di fino per mesi per assemblarne i singoli componenti.

Doppio sollevatore a sospensione e adeguamento del telaio.

Le catene spesse un dito e in grado di arrivare a un’altezza di 10 cm non possono non influire sugli organi meccanici del telaio. «Sul veicolo è stato montato un sollevatore a sospensione originale Mercedes», continua Daniel Müller. «Dato il sovradimensionamento degli pneumatici e la catena realizzata appositamente, l’abbiamo installato in doppio.» Ma non è stato facile in quanto, a causa del sollevatore a sospensione, è stato necessario adattare anche i puntoni trasversali, gli ammortizzatori e il regolatore della forza frenante ALB (regolatore della forza frenante automatico in funzione del carico) sull’asse posteriore. Il vantaggio del sollevatore a sospensione: quanto più alto e più adatto alla marcia in fuoristrada è il veicolo, tanto minor lavoro manuale è richiesto per l’eliminazione di eventuali ostacoli.

Anche la sterzata ha rappresentato una sfida: «Normalmente il raggio di sterzata delle ruote dell’Unimog è molto limitato», spiega il tecnico di Gaggenau. «Occorre un know-how tecnico sofisticato per riuscire a sterzare ruote così grandi.» A tale scopo, il paraurti anteriore è stato modificato e spostato leggermente in avanti, è stato installato un altro serbatoio del fluido idraulico e sono stati modificati i gradini di accesso dietro l’asse anteriore.

Unimog stabilisce il record di altitudine in Cile

Impianto di regolazione della pressione pneumatici programmato in modo specifico.

Occorreva assicurare la trazione del veicolo da 8,5 t pronto per la spedizione anche su terreni impervi. Ecco perché l’impianto di regolazione della pressione pneumatici è stato sottoposto a una programmazione specifica, per poter ridurre la pressione pneumatici fino a 0,1 bar. «Normalmente non si può andare oltre 1–1,2 bar», sostiene Daniel Müller. Inoltre gli pneumatici sono stati incollati al cerchio con un collante specifico in modo che, a pressioni atmosferiche basse, non si staccassero da quest’ultimo.

Il nucleo rimane invariato.

L’anima del veicolo non è stata invece modificata. Trainati da un motore che, nell’attuale U 5023 è ubicato in posizione centrale dietro l’asse anteriore, e da riduttore e cambio epicicloidale UG 100, i due veicoli a motore universali si sono avviati alla conquista della vetta più alta del Cile.

L’Unimog: salvataggio in situazioni di massima emergenza.

Nel dicembre 2019, al team di Jeschke è stato affidato il compito di dotare il campo base di radio di emergenza per alpinisti (cosiddette Emergency Radio) avvalendosi di due Unimog off-roader.«Fu così che fin dalla prima volta in cui accendemmo l’impianto radio, salvammo una vita», racconta Daniel Müller. «Si stava facendo buio e noi volevamo soltanto dormire. Ma improvvisamente fummo raggiunti da un gruppo di alpinisti agitati che ci informarono del fatto che uno di loro mancava all’appello.»

Due fratelli canadesi si erano staccati dal gruppo durante l’ascesa alla vetta. Uno dei due era proceduto più rapidamente dell’altro raggiungendo il campo.L’altro, invece, non era rientrato. «Tramite Unimog avevamo però acceso l’unità radio di emergenza nel rifugio. Sapevamo pertanto quando l’altro fratello aveva superato quest’ultima stazione ed eravamo in grado di stimare più o meno dove potesse trovarsi.»

Alla fine lo individuammo che piangeva dietro una roccia. Era senza giacca e aveva perso lo zaino. Senza quest’operazione di salvataggio, resa possibile dall’Unimog, l’alpinista sarebbe morto assiderato.«Eravamo in preda a emozioni molto forti e quella notte nessuno riuscì a chiudere occhio», sottolinea il direttore dell’officina.

Senza fiato ad altitudini glaciali.

Un problema legato alle altitudini di 6000–7000 m è rappresentato dall’aria estremamente rarefatta: «Avevamo programmato di formare un team di non più di venti partecipanti», prosegue Daniel Müller. A causa della malattia da altitudine molti non erano nemmeno riusciti ad arrivare. Ma ad altitudini così glaciali, anche ai veicoli manca l’ossigeno per la combustione. «Quando si è così in alto si può contare più o meno solo sulla metà della potenza normale», spiega il direttore di officina. «Mentre il peso da gestire è di oltre otto tonnellate.» Qualcosa di enorme, ecco perché è indispensabile che tutto funzioni alla perfezione.Delle dieci persone del team, solo cinque sono riuscite a raggiungere il punto più alto. «Tutti membri del nostro team di base», si rallegra il direttore di Gaggenau.

E per finire: doppio record mondiale.

Certo, a causa dei ghiacciai, alla fine l’Unimog non è riuscito a raggiungere proprio la vetta. Tuttavia, arrivando a un’altitudine di 6.694 m, il team della spedizione di Daniel Müller e Matthias Jeschke ha stabilito un doppio record mondiale. Oltre al primato di altitudine per veicoli su ruote, al mondo non era mai accaduto prima che una spedizione raggiungesse con due truck un’altitudine del genere. Repetita iuvant.Anche nel caso di Unimog 5023.

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